Ispirato alla figura dell’operaio filatelico e basato sulle testimonianze dei lavoratori delle filande, Unravel mette in discussione la dicotomia tra modernizzazione e disumanizzazione, tra l’automatismo delle azioni e il comportamento umano. In quest’opera, la fragilità umana è esposta dipanando la memoria collettiva di una generazione, di cui siamo eredi, come il filo perfettamente intrecciato formato da mille fibre di cotone.
Attraverso il contesto della filatura, dell’industrializzazione e infine di una parte importante della nostra storia, vogliamo contrapporre le due facce del progresso. Una dicotomia presente e trasversale in molte società e culture diverse. Innegabilmente, è un contesto con le sue luci e le sue ombre che ci dà la possibilità di imparare da dove veniamo e di capire cosa vivono le altre società nel presente.
Inoltre, anche se le condizioni di lavoro e di vita non erano facili, è stato un fenomeno socio-culturale ed economico revulsivo che ha cambiato le generazioni che sono venute dopo di noi. In questo senso, è importante disfare la memoria con le sue oscurità per vedere anche le luci.
Questo pezzo, di rigore storico, naviga tra questioni attuali come le condizioni di lavoro e il genere, offrendo una rappresentazione attraverso un prisma contemporaneo.
Ángel Duran sa usare questa vulnerabilità con un movimento attento, che trasforma in argomento e personaggio E che conferma il punto di partenza di un dibattito, che è tempo che venga assunto apertamente
……..
Direzione / interpretazione: Àngel Duran
Design dell’illuminazione: Xavi Moreno
Design del suono: Pep Vilaregut
Assistente di direzione: Laura Alcalá
Assessoramento coreografico: Mario García Saez
Supporto alla produzione: Elclimamola
Assessoramento sui contenuti: Marina Cirera Gaja
Fotografia e video: Pep Duran
Una coproduzione di Dansa Metropolitana de Barcelona
Con il sostegno di Museu del Ter, Museu Colònia Vidal e TLS Vic